Questi due prodotti vengono utilizzati fin dall’antichità per truccare gli occhi: donano allo sguardo una profondità intensa, valorizzano l’elemento e gli regalano quel particolare effetto “arabeggiante”, estremamente sensuale e magnetico. Ma quali sono le caratteristiche e le differenze tra il kohl e il kajal? Scopriamolo insieme!
Le caratteristiche del kohl
Kohl e il kajal sono due termini utilizzati essenzialmente per indicare lo stesso prodotto. Stiamo parlando di due dei più antichi prodotti di make-up, utilizzati fin dall’antico Egitto e appartenenti alla storia della cosmetica indiana. La differenza principale tra i due è che il primo si presenta in polvere, il secondo in pasta densa. Il kohl, infatti, in origine si presentava come una polvere di pigmenti naturali che doveva essere miscelata al talco, mentre oggi è possibile trovarlo in numerose varianti differenti, prima fra tutte sottoforma di matita, in cui il talco è già pressato e unito agli altri ingredienti. Assicura un grado di coprenza estremamente elevato e una tenuta decisamente più lunga rispetto alle classiche matite nere.
Le caratteristiche del kajal
Il kajal, invece, si presenta dunque come un prodotto pastoso e non in polvere, formato da pigmenti neri, metalli, minerali e grassi animali. Un cosmetico naturale al 100%, anch’esso utilizzato principalmente dagli arabi e dagli indiani per delineare il contorno degli occhi o per scurire la palpebra. Nonostante anche la sua applicazione non sia semplicissima, è comunque più facile da utilizzare e da sfumare rispetto al kohl, grazie alla sua consistenza malleabile. Questo però comporta che nella sua versione originale anche la resistenza è minore e tende a sbavare facilmente. Tuttavia, oggi in commercio è possibile trovare il prodotto nel formato di matita o matitone, dalla tenuta e dalla coprenza decisamente maggiore. Per entrambi i prodotti i colori originali sono il nero e il grigio scuro. Per saperne di più, scopri come si mette il kajal arabo leggendo questo articolo.
Curiosità e storia
Gli arabi e gli indiani utilizzavano questi prodotti anche sui neonati. La tradizione vuole che questa usanza veniva praticata per scacciare il male, in realtà lo scopo era terapeutico: gli ingredienti naturali che compongono i cosmetici in questione, infatti, hanno un’azione disinfettante che allontana gli agenti nocivi che potrebbero eventualmente irritare la zona perioculare.